In un freddo giardino, pieno di brina invernale,

un bambino gioca con qualche cristallo di ghiaccio.

Già estasiato dallo scintillio, nota, dietro un cespuglio,

una luce più chiara,

poi scorge un bimbo

ancor più piccolo di sé nascosto tra le foglie morte.

Si avvicina, lo saluta, gli chiede il nome.

Il piccino risponde: “La mia fama mi ha preceduto e mi segue,

eppure mi hanno conosciuto in pochi

e solo un numero esiguo di uomini ha accolto il mio messaggio”.

L’altro, sorpreso, incalza quindi con le domande:

“Perché sei qui solo e nudo con questo freddo?”

L’uno risponde dolcemente: “Perché gli uomini così mi raffigurano;

sentite le mie parole rivolte ai poveri di spirito,

non hanno meglio saputo rappresentare questa “nudità”,

questo essere distaccati dalle cose”.

Il fanciullo, impietosito, lo copre con la sua sciarpa e,

sempre più avvolto dalla magica atmosfera,

capisce profondamente il senso di quel parlare;

lo riconosce, si commuove, ma, soprattutto,

si sente vicino a quello che ormai considera un amico e,

dal cuore, gli dice:

“Caro Gesù Bambino,

Natale è vicino, … ma quest’anno sarò io a farti un dono:

ti regalo un calendario dell’Avvento che ho riempito di suoni e di voci

che cantano di te, per te.

Ne potrai aprire una finestra alla volta

e sentire quello che ciascuno ti confida.

Ed esprimo il desiderio che queste note

ti possano rivestire come tanti soffici mantelli:

manti regali, adatti al tuo rango, pieni di luci che, finalmente,

scaccino le tenebre della presunzione e dell’indifferenza.

Tanti si scaldano il cuore con questa tua immagine di innocua presenza;

che ora sentano anche la forza e la giustizia del Re”.

… Poiché neppure nelle fiabe

un messaggio si ripete inutilmente in eterno,

i due bimbi,

finalmente,

ora giocano e ridono…

insieme!

No Comments.

Leave a Comment